sabato 5 dicembre 2015

Gran Paradiso 4061 m ( dal rif. Chabod. )

21 e 22 - 07 -2012  Gran Paradiso ( dal Rif Chabod  ) 

Inserisco questa gita fatta il 21 e 22 luglio 2012 perché la meta è stata il Gran Paradiso. Il 4000 tutto italiano anche se è  uno dei 4000  più facili da salire


Il venerdì precedente la gita, in sede CAI, vengo a sapere che, poiché qualcuno si è ritirato, ci sono ancora posti disponibili per la salita al Gran Paradiso pernottando al rif. Chabod.
Sono un po' titubante, (lo scarso allenamento e le magagne dell' età potrebbero mettermi in difficoltà)  ma decido d' andarci
L' avevo già tentato 2 volte dal Vittorio Emanuele, dovendo però rinunciare alla cima e fermandomi al rifugio a causa del maltempo
Arrivati in Valsavaranche, partiamo dal parcheggio (strapieno) subito dopo il campeggio “ Gran Paradiso “, attraversiamo il torrente Savara e su una bella mulattiera risaliamo il lariceto
Vedendo la notevole quantità d' auto parcheggiate anche a Pont intuiamo che anche arrivando in cima, sarà difficile toccare la madonnina, ma con una giornata splendida e le previsioni ottime era logico trovare molta gente
Dai magri pascoli sopra il bosco,  ecco apparire le cime più alte con la nostra meta
Risalendo ancora il vallone arriviamo in vista di quello che si pensava fosse il rifugio e che invece capimmo poi,essere l' invernale, e dopo un ultimo strappo eccoci al vero rifugio
Per fortuna avevamo (anzi avevano) già prenotato perché il rifugio è talmente pieno che qualcuno viene rimandato indietro, qualcuno si arrangia come può dormendo fuori mentre noi dobbiamo aspettare il secondo turno per la cena
Mi perdo così il momento più bello,, il tramonto, riuscendo a scappare fuori per un' attimo a fare giusto 2 foto
La notte passa abbastanza bene e alle 3,30 .. .. .. sveglia
 Dopo un' abbondante colazione  e i soliti frenetici preparativi che precedono la partenza, alle 4,30 si parte
Fa piuttosto caldo e risalendo la lunga morena alla luce della frontale, sudo molto e quando ci fermiamo per legarci e ramponarci, mi raffreddo provando anche qualche brivido di freddo

La mia cordata è formata da Paolo, che pur essendo  un po' meno “ giovane “ di me è in gambissima e superallenato, suo cognato Peppo e Mauro un loro simpaticissimo amico 

Ce la farò ??

Il tarlo del dubbio mi rosica.. ..
l' allenamento, l' età e soprattutto l' ipertensione non giocano a mio favore, ma per ora mi sento bene e tra i numerosi crepacci del ghiacciaio del Laveciau non ho problemi
Verso la fine del ghiacciaio intravedo la cima riacquistando ancor più entusiasmo e energia
Risaliamo verso destra un ripido pendio e ci uniamo alle numerosissime cordate che stanno salendo dal rifugio Vittorio Emanuele
Qui ci “ bacia “ il sole, ma ci prendiamo anche un gelido vento da nord e nel ripartire dopo una breve pausa ho un' breve momento di crisi, forse dovuto al thè un po' troppo freddo che ho bevuto, ma anche al vedere le numerose cordate
che già assediavano la cima
Avevamo già messo in preventivo di non riuscire a toccare la madonnina , ma .. .. visto che, siam saliti abbastanza velocemente superando molte cordate e visto cedere parecchie persone un briciolo di speranza .. mi era rimasto
Continuiamo comunque la salita sperando di trovare un varco nella folla,
ma arrivati alle ultime roccette 
.. ..  tutti fermi .. 
..  .. ci sono grovigli di corde .. 
.. .. gente slegata .. .. 
..  ..  qualcuno sviene  ..  ..
qualcuno cade addosso ad un altro
Per arrivare alla madonnina si correrebbero i rischi maggiori di tutta la salita, oltre a doverci mettere senz'altro più di un' ora 
Ragion per cui ci sistemiamo  in disparte su un sassone in bilico sul ghiacciaio della Tribolazione 

La nostra cima è questa !

Mangiucchiamo, ci godiamo il panorama, vediamo i problemi di chi vuole arrivare alla madonnina o ne vuole tornare giù .. .. ..  e poi ridiscendiamo osservando bene i buchi e i crepacci evitati durante la salita
La parete nord appare in tutto il suo fascino, ma con un po' di preoccupazione notiamo che c' è ancora qualcuno ( sono quasi le 11 ) che la sta salendo
ci sleghiamo togliendo imbraghi e ramponi e ridiscendiamo l' interminabile morena salita al buio
Arriviamo al rifugio con i piedi in fiamme e togliamo gli scarponi rigidi  per dar loro un pò di frescura .. ..  .. un piatto di squisiti gnocchetti, birra, caffè e poi .. ..
.. .. con molta sofferenza 
dobbiamo rimetterci ancora gli scarponi per scendere fino alle macchine 

Una salita così, meriterebbe di essere raccontata con parole che io purtroppo non sono in grado d' esprimere 
Ad ogni modo  le visioni, le emozioni e le sensazioni  che si vivono in una salita così  sono e resteranno uniche

Il torrente Savara alla partenza


la bella mulattiera che sale nel bosco



Verso il colle del Nivolè


Pont con il parcheggio strapieno


Ecco le grandi cime


con il nostro obbiettivo


Sopra di noi quello che pensavamo fosse il rifugio e invece è l' invernale


Becca di Montandayne, Piccolo Paradiso e gran Paradiso


Rifugio Chabod


Il tramonto



L'itinerario di salita dal rifugio


Risaliamo la morena alla luce delle frontali


Arriviamo al ghiacciaio del Laveciau


Ci leghiamo e ci ramponiamo con il primo chiarore



 Alcune cordate hanno già attaccato la Nord


Mentre il sole illumina il Monte Bianco


Si fanno gli ultimi ritocchi alla cordata


E si affronta il crepacciato ghiacciaio


Siamo in tanti


e siamo obbligati a seguire


un tortuoso percorso


per aggirare i numerosi crepacci


Uno sguardo avanti


E uno indietro


Sopra la seraccata si vede la cima, ma è ancora lontana


Incrociamo quelli che salgono dal Vittorio Emanuele. Siamo al sole, ma c' è anche un gelido vento


La cime è ormai vicina, ma siamo in troppi


Molti si muovono e si accalcano   pericolosamente sulle  rocce


Anche se l' altimetro non è preciso, manca veramente poco


Ci fermiamo qui ! La nostra cima è questa !


Altre cordate stanno salendo e già c'è confusione, tanto anche da qui ci si può godere il panorama


la in fondo Grand Combin, cervino e tutto il gruppo del Rosa


Sotto di noi, il Ghiacciaio della Tribolazione


Iniziamo la discesa ammirando anche tutto il gruppo del Bianco


Ripassando sui crepacci  del Laveciau



Il sole inizia a scaldare


E anche la nord lo prende


Noi ci sleghiamo , la parte più pericolosa è passata


Qualcuno dovrà soffrire ancora ( essere alle 11 a metà parete nord non è bello )


Ma anche noi dovremo sorbirci ancora l' infinita morena e poi la discesa all' auto


 ma .. .. ..
..  ..
Strani noi alpinisti !
le montagne ci catturano  ..  ..  ci attirano   .. ..  le  vie di salita ci affascinano
Sappiamo già prima d'affrontarle che soffriremo ..  .. 
.. .. diremo <<ma chi me l' ha fatto fare>>  
sappiamo anche che rischieremo un po'
ma ..  ..
oltre che per goderne dei panorami
non è per caso questa la molla che ci spinge a salirle



martedì 1 dicembre 2015

26 - 11 - 2015 Monte Boletto 1235 m

26 - 11 - 2015  Monte Boletto  1235 m



Dalla bocchetta di Molina (giovedì scorso), io e Mario avevamo notato dei sentieri che scendevano verso Solzago e ci eravamo ripromessi di darci un' occhiata
Ricordavo in quella zona un itinerario in MTB,che avevo adocchiato negli anni 80
per cui .. .. decidiamo di fare un giro da quelle parti


Già arrivare a Solzago e trovare dove posteggiare è un' avventura, ma chiedendo a un locals (che ci ha fatto notare che LUI stava andando al lavoro, mentre NOI andavamo a spasso ) abbiamo risolto posteggiando a Gilasca



Dove prendiamo una sterrata che entra nel bosco .. ..  alcuni  punti sono lastricati, ma le foglie uniformano la pavimentazione


Alternando tratti pianeggianti e altri più ripidi saliamo leggermente di quota mentre la foschia ristagna nelle valli


Il percorso è all' ombra, ma per un breve tratto siamo "baciati" dal sole che riscalda un po' l'aria



L'autunno inoltrato regala colori che incantano


Il "vecchietto" sale di buon passo e per riuscire a fargli una foto devo corrergli davanti


Prendiamo poi un sentiero sulla sinistra, che andando verso Brunate ci porta un po' fuori rotta


La temperatura è piuttosto bassa visto che l'acqua di questo abbeveratoio è gelata


Ci stiamo spostando troppo a ovest, ma almeno siamo al sole


Ravanando un po' seguiamo una traccia che ci porta a delle abitazioni e da li sulla dorsale


Il panorama si amplia e si guarda lontano ad altri obbiettivi


Sotto di noi il lago di Montorfano


e là  ..  ..  ..   l' immancabile Rosa


A nord il Lario con la sua corona di monti


Non posso non zoomare su Monte Liscione dove son  stato poco fa .. .. ;-)  http://grazianogotomountain.blogspot.it/2015/11/04-11-2015-monte-di-liscione.html


A est le Grigne sovrastano Palanzone e Bollettone


 La palina di vetta del Boletto e là dietro il Generoso



Ma thò ..  ..  il vecchiaccio ce l' ha fatta anche stavolta ad arrivare in cima ( va bhè che il Boletto è una cimetta da poco )


Scendiamo lungo la dorsale sud su una traccia da bikers


Spunta così  anche il Resegone con il suo caratteristico profilo


Mentre notiamo con disappunto, lo smog che permane in pianura nonostante  sia abbastanza ventilato


La Spina Verde


Con il Baradello


Alcune case di Brunate e il Monte di Varese. La in fondo il  Rosa dove probabilmente c'è bufera


Dai nonno !!  Anche questo giro è finito  ci vediamo al prossimo !